La rafanata è uno dei piatti tipici della tradizione lucana, preparata dal 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, fino al Martedì Grasso. Ha l’aspetto di una frittata ma, sin dal primo morso, rivela il suo sapore forte e deciso.
Ciò che la rende unica è il rafano, una radice coltivata nell’entroterra montuoso della Basilicata, grattugiata a crudo e impiegata per arricchire i primi piatti locali come “orecchiette e ferricelli con ragù di carne di maiale”. Il rafano compariva spesso sulle tavole di agricoltori e pastori, essendo poco costoso, ricco di proprietà salutari ed una buona fonte di vitamina C e B, tanto da meritare il soprannome di “tartufo dei poveri”.
La ricetta della rafanata ha diverse varianti che prevedono l’aggiunta del salame. Questa la nostra versione:
Ingredienti:
Formaggio pecorino 200g, radice di rafano, 1 patata, uova, un pizzico di bicarbonato. Olio o strutto per la cottura.
Il numero di uova richieste per la preparazione dipende dalla stagionatura del formaggio.
Procedimento:
Scorticate la radice di rafano. Grattugiate in una ciotola il rafano, il formaggio e la patata.
La quantità di rafano dipende dal grado di piccantezza desiderato, nel nostro caso abbiamo usato 50g. Leggi tutto