Teresa B. è la storia di Teresa Buonocore, la madre di Portici che denunciò l’uomo che aveva abusato di una delle figlie e per il suo coraggio fu assassinata il 20 settembre 2010.
Una ferita ancora aperta raccontata nel libro “Teresa B:”, scritto per Iuppiter edizioni dal giudice Carlo Spagna, che come presidente della Corte d’Assise guidò il processo di primo grado concluso con la condanna all’ergastolo di Enrico Perillo, il mandante del delitto, già condannato per le violenze ai danni della bambina. Alla figlia di Teresa, oggi maggiorenne, è dedicato il libro e a lei saranno devoluti i proventi delle vendite. La storia è stata raccontata nel 2013 anche su Rai 3 da “Un giorno in pretura”, le puntate sono disponibili a fondo pagina.
“Credo che le Istituzioni abbiano un debito nei confronti di Teresa e figlia. Un debito non solo morale o giudiziario, ma anche economico. In un Paese normale, in un mondo normale, non dovrebbe rappresentare un’eccezione la scelta di denunciare l’uomo che ha abusato di tua figlia. Purtroppo, lo dico con amarezza, da noi continua ad essere così. Teresa ha svolto fino in fondo il suo ruolo di madre, è rimasta sola, ed è stata uccisa.” dice a Repubblica il magistrato, da pochi mesi in pensione dopo 42 anni in toga durante i quali si è occupato di delitti come l’omicidio di Elisa Claps a Potenza e l’agguato in cui perse la vita, durante la faida di Scampia, l’incolpevole Attilio Romanò.
Il libro
Sullo sfondo di una città pervasa da indifferenza, paura e omertà, ove talvolta anche le istituzioni offrono di sé un’immagine ingloriosa, si consuma il dramma di una madre, Teresa Buonocore, colpevole di avere reagito agli abusi sessuali di cui è rimasta vittima sua figlia di nove anni. La sua denuncia all’Autorità innesca un’escalation criminale da parte del pedofilo che la porterà alla morte per mano di due killer, balordi come il loro mandante che dal carcere organizza e dà il via a una vera e propria esecuzione. Col suo primo romanzo, in cui rievoca i passaggi della sentenza di cui fu estensore inframmezzandoli con ricordi personali e giudizi critici su una professione, la sua, segnata da luci e ombre, Carlo Spagna fa il suo esordio in un genere che sta a cavallo tra il legal thriller, la cronaca giudiziaria e il poliziesco, senza appartenere a nessuno di essi.
L’autore
Attilio Romanò, il commesso ucciso per uno scambio di persona col gestore del negozio; Gianluca Cimminiello, il tatuatore ucciso per aver avuto tra i suoi clienti il giocatore Lavezzi; Petru Birladeanu, il fisarmonicista colpito da un proiettile vagante esploso durante una stesa a Montesanto; Vincenzo Liguori, il meccanico colpito fuori la sua officina dal proiettile che aveva attraversato, uccidendolo, il corpo di un camorrista di passaggio. Sono solo alcuni dei casi di vittime innocenti della criminalità di cui Carlo Spagna, magistrato dal 1977 al 2019, si è occupato nel corso della sua carriera. La lunga attività professionale annovera inoltre episodi di femminicidio che hanno avuto risalto nazionale, quale, all’epoca in cui era giudice a Potenza, l’uccisione di Elisa Claps, e, nuovamente a Napoli, quella di Teresa Buonocore, colpevoli, la prima, di non aver ceduto alle attenzioni sessuali del suo assassino; la seconda, di aver denunciato il pedofilo che abusava della sua bambina di nove anni, innescando così la vendetta di cui è poi essa stessa rimasta vittima.
Video – puntate di “Un giorno in pretura”
fonti
rai
http://www.iuppiteredizioni.it/site/art.php?id=227
repubblica