Per dare lustro al nome di Campomaggiore, il parroco di Accettura, Don Giuseppe Filardi, ospite di “Campomaggiore capitale per un giorno”, ha ricevuto ieri sera dal Sindaco Nicola Blasi la cittadinanza onoraria del Borgo della “Città dell’utopia”
Così recita la deliberazione del Consiglio Comunale del 15.4.2016 guidato dal Sindaco Candio Tiberi:
“Don Filardi Giuseppe, per i Campomaggioresi, da sempre, “Don Peppino” è nato ad Accettura (MT) il 17 giugno 1946. E’ stato ordinato sacerdote il 21 agosto 1971. Dal 1972 e fino al 1995 è stato giovane parroco di Campomaggiore. Al di la della sua attività come uomo di chiesa, la sua presenza nella comunità ha rappresentato un lievito culturale in grado di incidere sulla formazione di più di una generazione di giovani. Don Peppino è stato punto di riferimento costante per tutti. E stato prete, amico, insegnante, promotore di eventi sportivi, ricreativi e culturali. Nei primi due anni della sua permanenza a Campomaggiore, si è recato in visita a Cesano Maderno (MB) ed a Torino per rinsaldare i legami religiosi coi numerosi concittadini emigrati in Piemonte ed in Lombardia partire dai primi anni ’50. Da sempre cultore della religiosità popolare e delle tradizioni locali, ha fondato la Pro-loco ed un gruppo folk col quale ha inciso un’audiocassetta dal titolo “Canti popolari di Campomaggiore”
Nell’anno 1985, in occasione del centenario del dissesto idrogeologico di Campomaggiore Vecchio, ha pubblicato il primo dei tre volumi dell’opera dedicata alla storia di Campomaggiore dal titolo “Campomaggiore – storia di un paese lucano”. E’ stata, quella, la prima ricostruzione significativa della storia del borgo, dalla nascita del toponimo fino ai giorni moderni. Attraverso quell’opera la comunità ha ritrovato il suo senso identitario, pesantemente scalfito dall’evento franoso del febbraio 1885, che aveva costretto gli abitanti ad abbandonare il vecchio centro abitato ed a ricostruire il nuovo in altro luogo, a circa quattro chilometri di distanza dal precedente. E’ stato tanto grande l’attaccamento di Don Peppino alla sua comunità parrocchiale che la dedica nella prima pagina del libro è stata “Ad ogni campomaggiorese, in segno di perenne affetto”.
Nel 1992 ha fondato il gruppo bandistico di Campomaggiore, ultima ed unica esperienza del genere nella comunità.
Negli anni successivi ha pubblicato articoli su riviste nazionali riferite a Campomaggiore ed alla sua singolare vicenda storica.
Anche se da diversi anni non è più parroco di Campomaggiore, Don Giuseppe Filardi torna costantemente nella comunità in cui ha vissuto per tanto tempo. E’ costante, per esempio, la sua presenza il 16 luglio di ogni anno, in occasione delle celebrazioni per la festa patronale della Madonna del Carmine. Nel tempo è rimasto immutato l’affetto e la stima reciproci con la comunità di Campomaggiore che lo considera, anche oggi che vive ed opera nella sua Accettura, uno dei suoi membri, al di la di qualsiasi riconoscimento formale.
L’attribuzione della cittadinanza onoraria è un segno di affetto per chi ha vissuto un quarto di secolo della sua vita nella nostra comunità spendendosi con passione e coinvolgimento per la crescita morale, civile e culturale dei cittadini di Campomaggiore. E’ altresì ringraziamento per il prezioso lavoro di ricostruzione della storia e delle radici del nostro paese, condensato nella trilogia dei volumi da lui pubblicati.”
Don Giuseppe Filardi, figura esemplare di parroco, animatore di coscienze nella sua funzione religiosa, nella cultura, nella organizzazione e promozione di eventi, nella partecipazione dei giovani alla vita civile, sociale, religiosa della comunità.
Esprimiamo il nostro compiacimento per il riconoscimento della cittadinanza del Comune di Campomaggiore pienamente meritata, come dalle motivazioni espresse.
Don Pinuccio ha continuato nella sua opera anche ad Accettura, suo paese natale, ed anche nella nostra comunità “ha rappresentato un lievito culturale in grado di incidere sulla formazione di più di una generazione di giovani… punto di riferimento costante per tutti”.
Cultore di storia locale, con le sue ricerche ha liberato dalla nebbia dell’oblio e messo in luce, momenti significativi di storia civile e religiosa e dato valore a frammenti di documenti coperti dalla polvere del tempo.