Che non diventi tradizione

maggio 2016 1

A festa finita ci eravamo promessi di affrontare l’argomento con l’intenzione di aprire un dibattito costruttivo e far si che sul nostro blog, che è prima di tutto un diario in rete, rimanga memoria di ciò che è accaduto durante la festa del Maggio 2016.
Sabato 14 maggio, l’albero scelto due giovedì prima per essere trasportato in paese, è stato trovato già lavorato, non sfregiato, pulito della corteccia e con il ceppo tagliato, anticipando il lavoro che di solito i maggiaioli effettuano in San Vito.
Come si può vedere dalla foto, si trattava di una bellissima pianta, già candidata da diversi anni, questo però non ha fatto esitare i maggiaioli che in una breve riunione hanno deciso di tagliare, per la prima volta nella storia recente della Festa, un secondo Maggio da portare in paese.

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6 commenti

  1. Buona idea quella di sostituire le piante tagliate (gli agrifogli hanno una crescita molto lenta) ma soprattutto bisognerebbe vietare il pascolo delle podoliche nei siti dove si prelevano le cime, anche perchè si tratta di contesti naturalistici unici, mi riferisco in particolare al sito di Monte Malerba. Il comitato organizzatore del Maggio dovrebbe farsi carico di queste istanze.

  2. Ugo Matteo e Adriano Castelmezzano pongono un problema reale da tenere in considerazione e che riguarda la stessa sopravvivenza del rito arboreo ( anzi dei riti arborei praticati in quattro paesi su cinque dell’intero territorio del Parco). Il bosco Montepiano non è più quello decantato da Carlo Levi e la foresta di Gallipoli offre poche aree biologiche adatte allo sviluppo di agrifogli ad alto fusto, pianta, d’altra parte, protetta proprio perché rara. Occorrerebbe individuare aree di riserva e un piano di tutela a lungo termine, promuovere inoltre una maggiore sensibilità ambientale sia per evitare il degrado dei boschi, anche attraverso la mano d’opera degli operai forestali per il rinnovamento e l’estensione del manto boschivo, sia per sviluppare quel “turismo verde” che costituisce una concreta prospettiva di sviluppo dei paesi del Parco.

  3. Condivido appieno la decisione di Accetturaonline di non pubblicare la notizia della “lavorazione arbitraria e furtiva” del Maggio durante la festa.
    Sarebbe stata una scintilla che avrebbe acceso rivalità e discussioni che nulla hanno a che fare con l’atmosfera di unità e di condivisione che si crea in quei giorni.
    Credo altrettanto opportuno discuterne ora, come si usa dire: “a mente fredda”.
    La nostra festa è caratterizzata da elementi sorprendenti, la collegialità nelle decisioni, la partecipazione ai lavori libera e volontaria, l’abbandono in quel periodo di ogni rivalità.

    Dopo questa premessa, ritornando al tema, vorrei ricordare che il “Maggio” fino ai primi anni ’90 lo si scortecciava tutti insieme nel bosco il giorno dell’abbattimento (non ne conosco il motivo, ma suppongo per velocizzare la stagionatura e fargli perdere peso nei 10 giorni successivi), poi non lo si è più fatto non per decisione presa da qualcuno, ma nel tacito assenso di tutti.
    Affermando la mia convinzione che quelle lavorazioni al Maggio siano state commesse in buona fede e che non vi era alcuna intenzione di sfregiare o danneggiare il tronco, voglio altrettanto ribadire che quel gesto è da condannare da parte di tutti coloro che hanno a cuore la nostra bella festa.
    E’ un gesto di persone egocentriche e prevaricatrici, che partecipano alla festa nel solo scopo di essere protagonisti per un giorno in qualcosa, ma soprattutto che non hanno assolutamente compreso cosa significa far parte di una Comunità.
    La stessa Comunità che vista dall’esterno sa meravigliare e sa farsi invidiare dalle migliaia di turisti che accorrono tutti gli anni.
    Mi Auguro che in futuro non si ripetano gesti di isolata stupidità.

  4. Sarebbe opportuno mettere a dimora ogni anno almeno 5 piantine giovani per integrare il tagio del maggio

  5. Gia’ gli agrifogli arborei sono rari….il Maggio dovrebbe pensare anche alla tutela di questi bellissimi alberi. E’ un dovere verso la Natura e verso la stessa festa.

    Non voglio polemizzare ma questo aspetto della festa viene sempre sottovalutato, conosco e amo il parco e la sua Natura e vorrei che il comitato organizzatore inserisse questi importanti aspetti nel suo codice “etico” affinche’ questa bellissima festa possa perpetuarsi.

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