Lo scorso sabato 4 gennaio 2025 è stato presentato nella sala consiliare del Comune di Accettura il libro “La voce del silenzio” di Maria Onorati.
Ogni vita è una storia. Ogni storia ha dei volti. Ogni volto ha un nome, un pensiero e una lacrima. Ogni lacrima ha un amore e un dolore. Così ogni libro, questo libro, contiene storia, vita, nomi e volti, lacrime di gioia e lacrime amare… lacrime di donne, madri, mogli, ragazze… lacrime nascoste, asciugate nel silenzio… perle nel tessuto della Storia. In questo libro, gli eventi storici della Prima Metà del Novecento non sono raccontati con lo sguardo di un drone che sorvola dall’alto e coglie ciò che sta in cima, ciò che è la parte emergente della Storia, ciò che più è evidente ad uno sguardo generale… i grandi titoli, i grandi nomi…, ma sono narrati con gli occhi del popolo, di coloro che quella Storia l’hanno modellata con le proprie mani, l’hanno vissuta dal di dentro con tutto il loro carico di emozioni, illusioni, delusioni, sogni e bisogni; con gli occhi di coloro che la Storia non l’hanno letta sui libri di scuola, ma l’hanno sottoscritta col proprio nome. Questo libro è la storia di chi può dire: ‘’ Io c’ero, ho visto, ho vissuto quegli anni, li ho odiati e li ho amati, nonostante tutto; nonostante la guerra, la fame, la miseria, nonostante il silenzio spesso imposto alle donne, nonostante la vita con le sue ingiustizie…, nonostante tutto, quella vita io l’ho amata!’’
MARIA… UNA STORIA DI VALORI, testo di Jolanda Serra.
Accettura, 4.1.2025.
La presentazione di un libro porta sempre con sé una storia: quella di questa sera è la storia di Maria, si tratta di un testo infatti in gran parte autobiografico, ma non solo perché le sue vicende personali si innestano su quelle storiche, allargando così il raggio d’azione e di narrazione: Maria è figlia di questa terra e resta figlia di questa terra accetturese, anche se ha vissuto qui solo pochi anni, quelli della sua infanzia, ma questo è bastato per fissare dentro di lei gli umori, i dolori, le gioie, ogni angolo di questo paese, ogni pietra di queste strade, le vicende familiari, gli odori, i sapori, i volti, le storie ascoltate sugli usci di queste case, il calore del focolare e il gelo dell’inverno, ogni espressione di questa lingua, ogni suono, ogni colore di questa terra e l’ha saputa raccontare con un’impressionante capacità narrativa, ricca di dettagli e curiosità, mantenendo intatta quell’originalità e quell’ autenticità che caratterizza questo territorio.
Tutto quello che qui ha assorbito negli anni della sua infanzia ha portato dunque con sé, dovunque è andata, ne è conferma questo spaccato di vita paesana che ci restituisce in questo libro, in cui attraversa la storia in maniera trasversale, sono presenti infatti tutte quelle dimensioni di vita che caratterizzano un popolo: da quella familiare, affettiva, storica, sociale, culturale, alle usanze, tradizioni, modi di pensare e di vivere che non si sono persi nel tempo ma che sono arrivati fino a noi, anzi fino a voi, che siete i cittadini di oggi, che date nuovo slancio a ciò che la sua generazione, con tanti patimenti, sacrifici e rinunce, hanno portato avanti con coraggio, con speranza, con sapienza.
Maria, pur se di una manciata di km, è un’emigrata a tutti gli effetti e gli emigrati, la dott.ssa Picardi lo sa bene, gli emigrati non dimenticano mai, non cancellano mai, non rimuovono né tradiscono mai le loro radici, anzi col tempo acquistano una forza sempre maggiore e rimandano i ricordi con sempre maggiore chiarezza, precisione, esattezza. E Maria non fa eccezione in questo, nonostante abbia vissuto gran parte della sua vita a San Mauro o nelle varie masserie intorno, resta accetturese nel sangue e nell’indole, porta in sé quella che è una delle peculiarità tipicamente accetturesi, anzi due peculiarità: la prima è la determinazione, determinazione nel portare avanti un sogno, un progetto di vita, anche quando tutto sembra voglia impedirlo e il tempo sembra aver superato da tanto il limite massimo; essere determinati significa sperare anche contro ogni speranza; una determinazione tutta accetturese che ha favorito il superamento di quei limiti che la vita spesso pone sulla nostra strada; e la pubblicazione di questo libro è il frutto concreto di questa sua caratteristica, allo stesso tempo è anche una prova di coraggio: il coraggio di rimettersi in gioco alla sua età e di cimentarsi con qualcosa che non ha mai fatto parte dei tanti lavori svolti nella sua vita: scrivere è il sogno di una bambina di 7 anni che camminava per queste strade ignara ancora di quanto la vita le avrebbe riserbato e realizzata da una donna di 70 anni che non ha voluto credere all’impossibilità di poter ancora concretizzare i suoi sogni nascosti nel cassetto.
E non si è limitata a questo, per l’occorrenza ha imparato ad usare il computer e non ha avuto paura di lanciarsi in un’avventura editoriale che avrebbe potuto rivelarsi anche un boomerang contro se stessa.
Il consenso del pubblico che ha già sperimentato a San Mauro, a Brindisi di Montagna e a Salandra le hanno dato piena conferma che valeva la pena farlo e portare avanti questo progetto.
La sua seconda peculiarità, anche questa tutta accetturese, sta nel valore indiscutibile dato alle sue origini, alle sue radici, al legame con la sua terra. Quei valori che Maria ha assorbito nei suoi anni accetturesi non solo dai suoi genitori, ma anche dai nonni, dalle vicine di casa, dalle amiche, da ogni singola persona che ha incontrato sulla sua strada sono diventati la sua carta d’identità: valori come la sacralità della famiglia, l’onestà, la prossimità, la generosità, il rispetto, l’educazione… non sono mai venuti meno, neanche in situazioni avverse o dolorose.
Quelle storie vissute o ascoltate che ha custodito nel suo cuore le hanno dato una ricchezza morale e una sensibilità affettiva che ha saputo ben spendere in tutti gli anni della sua vita; questo paese le ha insegnato ad amare, a lavorare, a donare con generosità, a prendersi cura degli altri, a non voltare lo sguardo davanti alle loro necessità, a non restare indifferente davanti al dolore o alla gioia degli altri; questa terra non le ha dato niente in termini di ricchezza materiale, ma le ha dato tutto in termini di ricchezza umana. In questo libro troverete tutte quelle storie e quelle esperienze che hanno permesso a Maria di essere quella che è, un’accetturese che ha onorato le sue radici con l’esempio di una madre premurosa, con la testimonianza di una vita sofferta sì ma mai sofferente, perché sempre contraddistinta da quel coraggio di matrice accetturese che le ha permesso di affrontare con speranza e fiducia tutte le sfide che la vita le ha messo davanti… ultima, ma non l’ultima, quella della scrittura, quel coraggio che fa di Maria un esempio e un modello di vita che onora il suo paese e che noi ci onoriamo di avere nel nostro paese.
Prima di concludere vorrei consegnarvi una cosa che neanche lei avrebbe mai pensato di poter un giorno scrivere; nel libro troverete una delle poesie che lei ha imparato a memoria in una scuola di campagna più di sessant’anni fa; anche questa che vi leggerò appartiene a quei tempi, in questo caso però non l’ha imparata a memoria, ma l’ha scritta pochi mesi fa attingendo dalla sua memoria, è dedicata a quello che è ormai il simbolo di Accettura nel mondo e cioè il Maggio, la leggo perché esprime un’altra delle caratteristiche di Maria che è la forza dei ricordi, una forza che ci dice quanto e fino a che punto le sue esperienze di vita hanno inciso sulla sua personalità, sul suo pensiero, sulle sue scelte di vita: il titolo è RICORDI…
Jolanda Serra
RICORDI
Scivola il tempo come velluto sulla Storia…
mia madre antica ed io bambina
una casetta sul ciglio della strada.
I maggiaioli festanti sul limitar del bosco
sceglievano lo ‘’sposo’’ tra i più alti e robusti.
Sotto una quercia mia madre con la tinozza
l’acqua fresca a dissetar fatica e sudore.
I cimaioli, dalle muscolose spalle e dalle mani callose,
sceglievano con cura la ‘’sposa’’, la più bella del bosco,
e per ghirlanda un bouquet di rose.
Mio padre all’alba, nell’ovile, al santo chiedeva:
‘’Quale agnello vuoi?’’
li mescolava poi in un rapido girotondo
e al varcar della soglia la scelta era fatta!
La banda e i devoti con la loro povertà: grano, olio, legumi…
quel niente che si aveva si faceva a metà!
Né progetti né architetti
ognuno sapeva quel che doveva fare
si tagliava, si levigava…. tutti insieme poi s’innalzava.
E quando il ‘’matrimonio’’ era al fin contratto
un’esplosione di festa sigillava il patto!
All’ottava si abbatteva il maggio
che all’asta veniva venduto
il ricavato al santo… per un anno benedetto…
La mia gioia ancora oggi… per tutto quel che ho visto e detto!
Alcune foto dell’evento (di Anna Picardi)
Non sono accetturese, e manco dal paese da più di 25 anni, eppure un pezzetto del mio cuore è lì e prima o poi tornerò, in questo luogo che non ho mai dimenticato. Per me che viaggiavo per lavoro, era distante, faticoso da raggiungere, eppure mi costava tanta più fatica andare via, perché una parte di me voleva restare.