di Monica Montano
“Erano i primi di gennaio. Avrò potuto avere 6 anni ed eravamo dai nonni per il periodo della Befana. Faceva freddo, fuori vi era la neve, tanta neve. Scendevo piano piano i gradini di casa, uno alla volta, mantenendomi ad una fredda ringhiera. La fontana della piazza era gelata, e le donne avvolte negli scialli neri di lana portavano sulle loro teste teglie da infornare o cesti di vimini. Ammiravo il palazzo Spagna con le inferriate alle finestre del piano terra, l’immenso portone verde spruzzato dalla neve, gli anelli di ottone ai lati del portone dove si legavano i cavalli. Nella mia fantasia infantile lo vedevo come un palazzo misterioso, quasi stregato.
Risalii gli scalini. Il freddo era intenso. Il calore del camino della grande cucina accarezzo’ il mio viso facendo bruciare gli occhi, e le gote divennero bollenti. E il profumo di antiche e genuine pietanze invasero le mie narici. Persino il sanguinacco era pronto, insieme a trecce di scamorze, soppressata, salsiccia affettata, peperoni cruschi fritti, focaccia col pomodoro cosparso di origano, le ciambelle di pane fumanti che il nonno aveva ritirato dal fornaio giù lungo il vicolo. Era un trionfo di vita.
E fu una Befana di calze e doni trovati accanto al camino.”
Buona epifania dallo staff di AccetturaOnline.it