
Il prossimo 2 luglio, a Matera, potrà finalmente sfilare il Carro della Bruna, realizzato due anni fa e rimasto chiuso nella “Fabbrica del Carro” a causa della pandemia.
Il carro, dopo essere andato da via Marconi alla Cattedrale, e dopo i tradizionali tre giri in piazza Duomo, ritornerà in piazza Vittorio Veneto per l’atteso “strazzo”. A realizzare il carro della Bruna è stato il maestro Eustachio Santochirico.
Tra i membri della squadra c’è anche Francesco Digilio. Il ragazzo di origini accetturesi, lavora nella falegnameria di famiglia “Digilio legno e Design” con sede a Matera.
Eustachio e Francesco si conoscono da molto tempo e quando Eustachio ha proposto al nostro compaesano di partecipare alla realizzazione del carro, Francesco si è mostrato da subito entusiasta mettendo a disposizione la sua falegnameria. Da lì a poco, anche Egidio, padre di Francesco, si è lasciato coinvolgere.
<<Sono davvero entusiasta della partecipazione della famiglia Digilio e soprattutto di Egidio, la sua esperienza ci sarà di grande aiuto>> ci ha detto Eustachio.
Il Carro della Bruna 2020/2022 è stato realizzato dalla squadra composta da Eustachio Santochirico, Francesco Digilio, Egidio Digilio (legno e design), Raffaele Calabrese, Claudia Passarelli, Giuseppina Cetani, Niccolò Montemurro, Nicola Andrisani, Massimo Matera, Isabella Loreto, Rosanna Larato, Gennaro Andrulli.
Molti dell’equipe sono membri della Cooperativa Sociale “Oltre L’Arte” di Matera.
Il tema del Carro fu scelto dalla Diocesi di Matera-Irsina perchè nel 2020 ricorrevano i 750 anni del completamento della Costruzione della Cattedrale di Matera.
La struttura architettonica del Carro della Bruna richiama il barocco e lo stile degli interni della Cattedrale di Matera.
Il carro, nella parte posteriore assume la forma della poppa di una barca. Questa trasformazione è una metafora di ciò che accade nell’incontro di Gesù con Zaccheo, il quale, dopo aver fatto esperienza di Dio, sceglie di cambiare rotta e diventare una persona nuova.
La barca è intesa come mezzo per traghettare nell’attualità il messaggio di una cultura nuova, generata dal Vangelo e mossa dalla Fede. Così la storia di Zaccheo diventa la storia di ogni uomo, chiamato da Dio per trasformare la propria vita.
Nella scena centrale è raffigurato Gesù mentre passa tra la folla di Gerico e invita Zaccheo a scendere subito dall’albero in quanto vuole fermarsi a casa sua mentre un uomo e una donna del popolo criticano tra loro la scelta di Gesù.
Ai piedi dell’albero è raffigurato invece un povero intento a chiedere l’elemosina, richiamando la conversione di Zaccheo successiva all’incontro con Gesù. Dal bozzetto si nota come non è visibile il volto del povero in quanto si vuole rappresentare in maniera universale la condizione di povertà e si vuole esprimere che dietro ogni povertà c’è il volto di Dio, invisibile all’uomo.
La discesa di Zaccheo dall’albero, per seguire l’invito di Gesù, rappresenta il cambiamento: Zaccheo scende dall’albero per abbracciare una vita nuova.
Ci sono inoltre le statue di Maria incinta e di San Giuseppe che rappresentano la “famiglia come chiesa domestica” e il grembo della Madonna che si fa casa di Dio tra gli uomini.
Infine sono raffigurati San Giovanni e Sant’Eustachio patroni della città insieme alla Madonna della Bruna.